Il maschio di una specie siberiana mutila la femmina per assicurarsi la paternità di tutta la progenie
di Michael Greshko
National Geographic Italia - Novembre, 2015.
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Un esemplare maschio di Larinia jeskovi, Fotografia di Gabriele Uhl |
Quando si parla di amori complicati, gli aracnidi decisamente ne sanno
qualcosa: i maschi di una specie di ragno recidono una parte dei genitali della
femmina dopo l’accoppiamento, in modo da impedire che possano riprodursi con
altri.
Questo comportamento garantisce al maschio di
essere l’unico padre di tutta la progenie: è il primo caso conosciuto di
evoluzione di una simile strategia.
La scoperta, descritta il 5 novembre sulla
rivista Current
Biology, aggiunge anche interessanti sfumature alla teoria della
selezione sessuale, in base alla quale maschi e femmine di una stessa specie
competono per l’opportunità di accoppiarsi. Anche a costo della propria vita.
“Continuiamo a scoprire adattamenti nuovi e
stupefacenti”, commenta Jutta Schneider, biologa dell’Università di Amburgo -
che non ha partecipato alla ricerca recente ma in passato ha collaborato con
alcuni degli autori. “La spinta all'accoppiamento esercita un una forza
potentissima sugli animali". I ragni in particolare arrivano a fare cose
assurde pur di trovare un partner e riuscire a propagare i propri geni,
spingendosi fino al cannibalismo e all'autocastrazione.
Mancava all'appello la mutilazione femminile: la
biologa Gabriele Uhl e i suoi colleghi dell'Università di Greifswald, in
Germania, hanno notato questo comportamento studiando esemplari femminili
di Larinia
jeskovi, una specie della famiglia Araneidae nativa della Siberia e dell’Europa
dell’Est. Gli scienziati si sono accorti che, dopo l’accoppiamento, molte
femmine erano prive dello scapus, una struttura la cui forma
ricorda il seggiolino di una bicicletta che si trova proprio sopra i genitali.
Come era successo?
Colti sul fatto
Per scoprirlo, i ricercatori hanno catturato dei
ragni L.
jeskovi in natura e nel loro laboratorio li hanno scrupolosamente
osservati mentre si accoppiavano. Quando un maschio riusciva a montare con
successo una femmina, Uhl e i colleghi li congelavano con un getto di azoto
liquido, in modo da analizzarne i genitali intrecciati tramite delle scansioni.
Riuscirci non è stato semplice, perché l’incontro dura pochi secondi. “Abbiamo
dovuto essere velocissimi, era anche questione di fortuna”, racconta la biologa.
Un ragno maschio trasmette il suo liquido seminale
tramite i pedipalpi, una coppia di appendici simili a zampe collocate vicino
alla bocca, che si “agganciano” allo scapus della femmina sia da sopra
che da sotto. Grazie alle osservazioni i ricercatori hanno potuto constatare
che quando il maschio di L. jeskovi se ne va, una volta
terminato l’accoppiamento, i suoi pedipalpi afferrano e ruotano lo scapus, tagliandolo
via come una forbice. Grazie a questa manovra cruciale gli altri maschi non
riescono neppure ad afferrare la femmina, il che le impedisce di trovarsi un
nuovo partner sessuale.
Si tratta di una grande novità per quanto riguarda
la “battaglia dei sessi” che coinvolge gli aracnidi. Molte femmine si
accoppiano con più di un maschio, ma fertilizzano le uova con lo sperma di uno
solo tra loro. Questa competizione ha portato i maschi di alcune specie a
prendere provvedimenti drastici (tra i quali c’è l’auto-castrazione, in modo da
rendere impraticabile il tratto riproduttivo delle femmine). In questo caso, “i
maschi hanno trovato un modo davvero astuto, che non richiede loro di
auto-mutilarsi, per impedire alle femmine di accoppiarsi con un nuovo partner”,
commenta Uhl.
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(A) Una femmina di Larinia jeskovi nella sua ragnatela. La freccia indica i suoi genitali esterni. (B e C) Nelle immagini al microscopio, i genitali con lo scapus (Sc) intatto (B) o mancante (C). Le frecce indicano le aperture genitali. Fotografia di Gabriele Uhl, per gentile concessione di Current Biology. |
Un
danno o un aiuto?
I ricercatori sospettano che il fenomeno non sia una prerogativa di L. jeskovi. Le femmine di circa 80 specie di ragni sono dotate di uno scapus, potenzialmente altrettanto vulnerabile ai pedipalpi dei maschi. Ciò che ancora non è chiaro è se per la femmina la mutilazione sia soltanto un danno, ma non lo sapremo fino a quando gli scienziati ne avranno monitorato l’aspettativa di vita e la fertilità complessiva. “Siamo ancora combattuti al riguardo”, spiega Uhl. Esiste infatti la possibilità che l’amputazione dello scapus possa portare benefici anche alla femmina. Nel corpo delle femmine di ragno, lo sperma può restare vitale anche per anni, e quindi avere un solo partner sessuale potrebbe non essere troppo dannoso ai fini della loro fertilità. Evitare che altri maschi possano accoppiarsi con loro potrebbe anche essere “un modo efficace per tenerli a distanza”, spiega Pitnick. Il che porterebbe anche un altro vantaggio, questa volta non legato alla riproduzione, per le femmine mutilate: non dovrebbero più difendere il proprio cibo, guadagnato con tanta fatica, dallo spasimante di turno.
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